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Critiche, Recensioni e Pubblicazioni

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Gli occhi della materia  silente

 

L'Arte è da sempre un connubio tra forma e contenuto, fra concetto mentale (ovvero il 'significato') e 'significante' (il simbolo con cui essa si rappresenta).

 

Nel caso di Irma Paulon, la rappresentazione concreta delle idee prevale decisamente sul Pensiero per effetto di una mirabilia di forme materiche, ispessimenti e colori che invade totalmente la nostra percezione sensoriale. Per questa artista infaticabile ed eccentrica, ogni elemento naturale o artificiale è fonte di curiosità e oggetto di studio del suo sguardo 'onnivoro', che immaginiamo sempre pregno di sincero stupore, al punto da non escludere alcuna forma espressiva, dalla pittura libera alle installazioni più spettacolose.

 

Sono dunque i materiali i veri protagonisti delle sue opere: legni, resine, plexiglas, pietre dure, tessuti, punte di corallo, frammenti di specchi, perle di vetro Murano, sugheri e, in generale, ciò che può essere recuperato dallo scarto dell'industria consumistica. Tutto può assurgere a nuova dignità estetica.

 

Tutto può rivitalizzarsi dall'opera fattiva delle mani – quasi con un'azione alchemica – come insegnano i vecchi artigiani della sua terra d'origine, il Polesine. Ed è probabile che proprio da questi antichi insegnamenti derivi il suo particolarissimo gusto esecutivo, come emerge dalle suggestive installazioni, distanti da una realtà oggettiva riconoscibile ma vicine ad una evidente dimensione animica, dove ritroviamo una forte evocazione simbolica.

 

La materia visibile dà corpo alla nostra realtà, ma essa custodisce – oltre se stessa – un significato sacro che lascia intravedere i confini indistinti di verità nascoste, dal mistero della creazione alla sua perenne trasformazione. Se un qualcosa esiste nella forma ci deve pur essere una ragione. E sono straordinarie queste installazioni, con i variegati materiali, che stabiliscono un dialogo con noi, con l'ambiente in cui esse vengono collocate.

 

La sfida della Paulon è quella di creare un senso, un'armonia, una direzione esistenziale da percorrere. Ogni frammento acquista fascino, magia, ed è parola 'muta' ma densa di eloquente significato. Qui la materia diventa filosofia che esprime un linguaggio comprensibile non a pochi ma a tutti. È il prodigio del colore, le invenzioni inattese delle forme, i perimetri irregolari simili ad arcane geometrie a comunicarci la meraviglia. L'intuizione allo stato puro, diremmo, senza l'ossessione di dogmi estetici da rispettare.

 

In particolare, le installazioni (che potremmo anche definire sculture Post Modern) a forma di goccia o fiamma, che dir si voglia, sono forse la vera 'firma' stilistica dell'artista. Ma non solo. La riconoscibilità è evidenziata anche da altri elementi, come la tipica ricchezza cromatica delle superfici astratte, dove la pittura corre veloce, o le sovrapposizioni dei succitati metalli, tessuti, specchi, pietre e quant'altro, che restituiscono allo sguardo oltre all'incanto di forme inusitate, l'unicità di riverberi esaltati ancor di più dalla luce del giorno. E proprio da questi ricercati preziosismi che la materia, anche quella di scarto, acquista dignità estetica e, diremmo concettuale.

 

Queste opere ci guardano, sono occhiute. Quei frammenti di specchi e perle di vetro sono occhi che riflettono il mistero della materia che ci appare inanimata ma che pur si muove, perché sono gli atomi a muoversi, a trasformarsi nel tempo. Perché tutto è enigmatica vita, ovunque. I lavori della Paulon non sono, dunque, mere citazioni dadaiste o provocazioni fini a se stesse. Sono piuttosto dimostrazioni di ciò può tornare a esistere in modo diverso grazie al gusto creativo, alla forza di un'idea ricorrente che pare seguire un nuovo codice comunicativo. Come le frequenti spirali che convergono verso un centro, ad esempio, potente simbolo sacro che richiama la ricerca del Sé interiore, ben lontano dal mondo delle apparenze.

 

Nelle serie delle installazioni a forma sferica, la pittura si fonde nuovamente con la moltitudine di materiali impiegati, i colori dei pigmenti si confrontano con la resina, difficile e sfuggente, che evoca la cristallizzazione dell'attimo, quale senso autentico dell'indagine artistica. In questo contesto, le opere della Paulon ricercano il contatto con la Natura e le infinite sue ragioni. Lo spettacolo degli elementi assemblati con cura si coniuga con le forze generanti, il cielo, la terra, la pioggia, il sole, come fosse un ritorno a casa, al cosiddetto 'brodo' primordiale, quando tutto era mescolato nel Caos cosmico. Ma qui sulla terra queste fascinose composizioni sono ancora scenografia nel teatro della Natura stessa.

 

Nelle superfici dipinte ritroviamo i colori del grano, del mare, della frutta in estate. L'artista, in questo ciclo, pur nel suo pragmatismo materico, disegna simbolicamente la forma filosofica di una Verità 'rotonda', dove inizio e fine coincidono e tutte le cose sono unite in consonanza energetica. E, nel confronto con Gaia, la Madre Terra, dipinge l'aria sottile della nostalgia, il profumo della gioventù dell'Anima, i colori del sogno, del mondo che fu e che noi ora stiamo divorando con famelica voracità.

 

Ma, tuttavia, ci piace continuare a sognare con lei, con il suo coloratissimo mondo recuperato alla vita nuova per la gioia del nostro sguardo. Un mondo silenzioso e pieno di luce che sorride alla vita che passa, oltre la follia del chiasso contemporaneo e l'alienante frenesia degli uomini.

 

Dott. Giancarlo Bonomo

(Critico d'arte e Curatore)

 

NO MONO AWARE

Digressioni sul cullare le radici

di Claudio Lorenzoni

Se in Occidente la natura viene dominata e ordinata attraverso l’intervento umano, in Oriente rappresenta uno spirito, un’entità che si genera da se stessa e che vive in stretto contatto con l’uomo, ne anima l’esistenza, lo accompagna e talvolta gli si oppone in modo ostile.

In Giappone umanità e natura rappresentano entità inseparabili, le cui esistenze sono fugaci e inevitabilmente destinate alla decadenza. Mono no Aware è l’espressione con cui nel Sol Levante si rappresenta la transitorietà dell’esistente e il senso di nostalgia che la consapevolezza di questa impermanenza genera nell’anima.

Perché questa premessa?

Perché quando si parla di Natura la tentazione è forte, la si vorrebbe contenere tutta, trovare un posto nella nostra mente per custodirne i racconti non sempre immediati ad una prima lettura. Se poi ci si mette in mezzo Irma Paulon con il suo insegnamento a cercare un’armonia con essa, non solo formale, ma anche viscerale, coi suoi diktat su come porci di fronte al paesaggio e con le sue lezioni su come osservare le forme della Natura nella tragica bellezza della sua ciclicità non ne usciamo più.

Facciamo un passo indietro.

Io e Irma ci incrociamo per caso. Un like, una email, una telefonata e per due selvatici come noi è bastato annusare l’aria per capire che i tempi erano maturi per unire i percorsi, incrociare le strade, costruire ponti.

Durante la nostra conversazione telefonica, dopo pochi istanti ci siamo posti la stessa domanda: come possiamo tornare ad ascoltare la Terra nelle sue infinite complessità, nelle assonanze con l’essere umano e nei movimenti invisibili che accadono quando non la guardiamo?

Un dialogo, direi quasi un flusso, sul concetto di presenza umana, diretta o mediata, sull’arte visibile in forma o pensiero, sull’ampiezza del gesto, le forze post umane, e poi i misteri degli ambienti e degli ecosistemi in cui lei installa le sue opere e io imbastisco le parole.

E così le mie parole diventano territori infiniti da esplorare per Irma, che mi racconta di realtà complesse che richiedono uno sforzo fisico e mentale perché si possano rivelare in tutta la loro vastità. «Nelle gallerie d’arte non tutto si comunica». Irma difatti non riesce a lavorare su un’opera se non in relazione allo spazio nel quale vorrebbe vederla installata.

«Non ti darò un muro qualsiasi a Camo», le prometto. E così d’improvviso spunta il muro dei sogni. Un ciaböt magico pronto ad accogliere la sua installazione. 

«Per me tutto esiste solo nel dialogo, gli elementi esistono solo se sono in corrispondenza tra loro, ogni cosa è somigliante», questo mi ripete. «Claudio, ho pensato a un’installazione site specific solo per te, per il museo».

Il suo entusiasmo nel raccontarmi la sua creazione è coinvolgente. «Il colore rosso sarà predominante» incalza. «La vedo già finita, le radici sospese nel vuoto pronte a legarsi alla terra, ad arrotolarsi con l’erba che sotto crescerà».

Irma è un fiume in piena, è un vento sottile che penetra le ossa, è sangue che attraversa la vita. Le radici, cullate, riconducono a quella spinta comune che porta a non restare mai in superficie e ad andare in profondità. Tutto è in equilibrio. Gli “estremi” collimano, tra ciò che si inabissa nel buio della terra a ciò che cerca la luce.

L’installazione racchiude una duplice matrice di buio e di luce, di ascesi verso il cielo e di ritorno alla terra, proprio come alberi in cui la parte non visibile è spesso la più rilevante.

La radice di cui parla Irma è intesa sia in senso proprio sia come paradigma dell’elemento naturale ridotto ai minimi termini; e quindi radice di albero ma anche connessione di cellula neuronale, corallo, scheletro di foglia, ramo, sistema arterioso, disegno, rete, e così via.

La sua ricerca è un viaggio poetico e filosofico che intreccia l’essere umano e l’ambiente vegetale in un gioco di relazioni e mescolanze tra dentro e fuori, tra profondità e superficie, tra vita e metamorfosi, e ci accompagna proprio dentro alle somiglianze di come la Natura si crea e di quanto noi non possiamo far altro che imparare a riconoscerci.

La radici, come i rami, i flussi dei fiumi, le ramificazioni nei corpi viventi, sono forme somiglianti, che si espandono, penetrano, scavano e portano alla luce la vita.

Ora non rimane che la metamorfosi. Il tempo detterà il senso di appartenenza a quella profondità della vita che da dentro si espanderà verso il fuori, si estenderà, occuperà, e genererà connessioni diventando un corpo unico. Questo processo sarà lento e impercettibile, quasi immobile. Questa apparente fissità, ci svela uno dei maggiori limiti umani, ovvero quello di non riuscire a percepire l’attesa come un tumulto, una sommossa contro l’immutabilità.

Ma noi di tempo ne abbiamo. Non abbiamo fretta. Come divini devoti celebreremo la speranza.

Ora riprendo il fiato e chiudo citando una nostra cara amica in comune, «Irma permette alle radici di muoversi nel vento per attraversare, di volta in volta, le soglie che incontra» e a noi, aggiungo io, non rimane che ascoltare questa rivoluzione.

Claudio Lorenzoni

(Art Director e Curatore del Museo a Cielo Aperto di Camo)

 

L'Incontro

Un giorno Mariagrazia Dammicco di Wigwam Club Giardini Storici Veneziani, mia profonda amica, mi ha telefonato dicendomi che avrebbe avuto piacere che conoscessi Irma.

Mi disse: “ non ti dico nulla ma sono sicura che nascerà qualcosa di speciale”

Lo è stato.

Irma Paulon , è un’artista prima di qualsiasi altra cosa.

Tutta la sua esistenza è permeata dalla sua continua ricerca interiore attraverso l'arte, ed è una persona molto concreta.

Mi sono trovata di fronte ad una persona che aveva iniziato una ricerca personale senza farsi nessuno sconto: ha messo in gioco tutta la sua vita.

E davanti ad una forza così potente e appassionata, pochi sono stati i “consigli” che potevo darle: aveva già tutto , bastava solo che riuscisse a dipanare la sua matassa, per poter rappresentare in maniera più chiara anche a se stessa, tutto quello che voleva esprimere e raffigurare.

Ha fatto tutto da sola, ha tolto, tolto, rifatto , cucito e ricucito e ora è pronta.

Non che non lo fosse anche prima, ma adesso ha strumenti più affilati per arrivare dove vuole.

Io non so dove voglia andare, perché i percorsi degli artisti sono sempre incredibili sorprese per me, ma so che ora ha tutto per poter andare dove vuole.

Brava Irma

Antonietta Grandesso

(Curatrice di Spazio Thetis Venezia)

 

 

AMORIM CORK ITALIA 

Ho conosciuto Irma diversi anni fa perché voleva utilizzare il nostro sughero nelle sue opere.

Sono rimasto molto colpito, non solo dalla sua arte, ma anche dal suo entusiasmo.

Un giorno ci siamo incontrati a Venezia e mi ha portato a visitare il suo atelier, un connubio di arte e ragione di vivere. Ne sono rimasto impressionato.

Dopo un po’ le ho commissionato un’opera che doveva rappresentare la natura del sughero. Irma mi ha chiesto di portarle la terra, le foglie e le ghiande di sughero. Un piccolo campione di queste foreste incontaminate, baluardo di sostenibilità, fondamentali per l’equilibrio del bacino occidentale del Mediterraneo. Ho obbedito …

Trascorsa qualche settimana, l’opera era pronta. Il suo titolo? “La Forza”. Oggi è una delle protagoniste dell’ingresso della nostra azienda. Attraverso questa, Irma è riuscita a raccontare tutte le virtù di questa materia unica.

Di recente Irma ha inaugurato un nuovo filone. Credo di essere stato tra i primi a collezionare le opere da lei realizzate, frutto di questa sua rinnovata fase artistica.

Come l’installazione che ha prodotto per la nostra azienda, anche Irma è una forza della natura. Un concentrato di creatività e ingegno.

Brava Irma …

Dott. Carlos Veloso Dos Santos

(Amministratore Delegato di Amorim Cork Italia)

 

Premessa

L’arteterapia riguarda l’insieme delle tecniche e delle metodologie che utilizzano l’arte (e con un significato più ampio, anche musica, danza, teatro, costruzione e narrazione di storie e racconti) come mezzi terapeutici, finalizzati al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva e relazionale. Essa si fonda sul presupposto che il processo creativo messo in atto produce benessere, salute e migliora la qualità della vita. Attraverso l’espressione artistica è possibile incrementare la consapevolezza di sé, fronteggiare situazioni di difficoltà e stress e godere del piacere che la creatività artistica porta con sé.

Attraverso l’arteterapia si ha la possibilità di attivare risorse proprie di ogni individuo: prima fra tutte la capacità di elaborare il proprio vissuto, dandogli una forma, e di trasmetterlo creativamente agli altri. Si tratta di un processo educativo, laddove “educare” sta per “educere” ovvero portare fuori: far emergere la consapevolezza ed una maggior conoscenza di sé mediante la pratica espressiva, l’osservazione ed il confronto.

Irma Paulon e l’Associazione Oncologica San Bassiano

Le opere di Irma Paulon sono meravigliose espressioni della complessità umana, infiniti intrecci di un’anima, quella di una donna, che si rivelano attraverso uno dei più potenti simboli dell’amore: il cuore.

Un cuore grande, che non ha esitato, nel momento dell’incontro con i pazienti seguiti dall’Associazione Oncologica San Bassiano-Onlus, ad aprirsi, senza filtri, dimostrando una sensibilità ed un eleganza rare quanto preziose.

Irma ha subito aperto le porte di casa, un accoglienza intima e sincera, durante la quale ha presentato il suo autentico ed originale mondo.

L’esperienza della malattia oncologica irrompe nella storia di vita di una persona in modo improvviso rendendo la quotidianità una realtà fatta di ospedali, visite mediche, terapie e attese. Con il suo laboratorio “Endless”, Irma ha dirottato i pazienti in una realtà fatta di sorrisi, di scoperte, di incontri e leggerezza: un’esperienza multisensoriale quella da lei proposta, nella quale tutti i sensi sono stati coinvolti, attraverso l’utilizzo della musica, dei profumi e di diversi materiali tra cui i bijoux e i cuori in resina.

Ecco che l’esperienza della malattia diventa un opportunità non solo di incontro e di condivisione ma anche di espressione delle proprie emozioni e di scoperta di risorse che poi si sono rivelate utili al di là dell’esperienza artistica.

Durante i laboratori condotti da Irma tra i pazienti si diffonde una potente forma di gioia di vivere, infusa dalla dirompente quanto sensibile maestria dell’artista.

Le opere d’arte prodotte nel corso dei laboratori hanno, in tal senso, un valore inestimabile quanto il cuore grande di Irma Paulon.

Dott.ssa Elena Pasquin

(Associazione Oncologica San Bassiano)

 

PUBBLICAZIONI RIVISTE

2025 

"Museo a Cielo Aperto di Camo" https://www.museoacieloapertodicamo.it/arte/mono-no-aware-irma-paulon/

"Exibart"  exibart.com/evento-arte/costruzioni-cullare-le-radici/

"James" https://www.jamesmagazine.it/art/irma-paulon-cullare-le-radici/

"Presidente Luca Zaia"  https://www.instagram.com/p/DLvEHAnI11t/?img_index=1

2024

Exibart” https://service.exibart.com/comunicati-stampa/inaugurazione-progetto-di-installazione-diffuse-soglie/

Exibart” https://service.exibart.com/comunicati-stampa/installazione-agaia/

Artribune” https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/irma-paulon-agaia/

James Magazine” https://www.jamesmagazine.it/art/irma-paulon-agaia/

2022

Exibart” https://www.exibart.com/evento-arte/irma-paulon-piani-di-esistenza/

Artribune” https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/irma-paulon-piani-di-esistenza/

James Magazine” cartaceo dicembre 2021

James Magazine” https://www.jamesmagazine.it/art/letica-concettuale-irma-paulon/ - maggio 2021

WineNews” https://winenews.it/it/dal-sughero-alla-resina-la-bellezza-sostenibile-dei-materiali-naturali-nellarte-di-irma-paulon_441962/ - maggio 2021

WineNews” https://winenews.it/it/capsule-tappi-tralci-co-se-i-materiali-di-recupero-del-vino-diventano-oggetti-di-arte-e-design_380442  - dicembre 2018

Amorim Cork Italia” https://www.amorimcorkitalia.com/it/new-e-media/1/2018/sprigiona-energia-la-forza-opera-di-irma-paulon/991 - gennaio 2018 

Quattro Zampe, Uno scatto con il cuore”, shooting Paul Croes & Inge Nelis, Hoteal Ca' Nigra Lagoon Resort, Venezia, novembre 2017

Style”, pubblicazione gioiello TasteDiVino, dicembre 2016

Gardenia”, Agenda, Gioielli con le Spezie, Spezieria all'Ercole d'Oro, Venezia, settembre 2016

Star Bene”, pubblicazione Cuori di Sale, maggio 2016

The Best Of Ville” e Casali Interior Decorator, 15 Personaggi Creativi del Design Italiano, 2014

Vanity Fair”, Cuori a 4 zampe, aprile 2014

Quattro Zampe”, Urban Pet, Cuori a 4 zampe, marzo 2014

Ville e Casali”, Fra Cielo e Terra le Pulsanti Creazioni di Irma Paulon, novembre2013

Daily Accessories”, Gioielli e Oggettistica, dicembre 2012

Ville e Casali”, Irma Paulon l'Atelier “Cibo per l'Anima”, Asolo, luglio 2012

Giardinantico”, Agenda, Atelier “Cibo per l'Anima”, agosto - settembre 2011

Elle Decor”, Memo, Mostra Silenzi Incantati, Asolo Film Festival, settembre 2010

Gardenia”, Agenda, Mostra Silenzi Incantati, Asolo Film Festival, agosto 2010

Giardinaggio”, Cosa c’è di Nuovo, Estro Green, Arte e Scenografie nei Parchi e Giardini, dicembre 2009

Look Lateral”, Marie Clair Maison, Ebbra di colore, Collezionisti d'Arte

Casa Facile”, Quando Arte e Natura si Incontrano, maggio 2009

 

CATALOGHI

Dreyfoos School of the arts Foundation, West Palm Beach, America, 2023

Donne Serenissime, 2019

Message in a Bottle, 2017

Il Viaggio, Galleria Castellano Arte Contemporanea, 2015, 3 – 24 ottobre

Biennale Arte di Asolo, Endless, 2012, maggio

Paesaggio? 2010

Immagina Arte in Fiera, Reggio Emilia, 2009

Senza Pensieri, 2009

Corpo Segno Superficie, 2007

Annuario d'Arte Moderna, Artisti Contemporanei, 2007

Rassegna Stampa Vicenza Arte, 2007

Arte Fiera di Padova, 2006

Arte Pordenone, 2006

Arte Fiera di Padova, 2005

 

CONTRIBUTI GIORNALISTICI E BREVI RECENSIONI 

Carlos Veloso Dos Santos Amministratore Delegato Amorim Cork Italia, Silvia Gorgi, Monica Masin, Aldo Mazzolani, Elena Pasquin, Giuliano Ramazzina, Filomena Spolaor, Matteo Tornielli, Lara Girotti, Lauretta Vignaga,Gioia Castaldelli, Vera Manolli, Silvia Cacco.

 

CONTRIBUTI CRITICI

Antonietta Grandesso, Giancarlo Bonomo, Raffaella Ferrari, Sergio Garbato, Luciana Peretti